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Sempre più schiava spazzatura


di maktero
02.02.2025    |    25    |    0 6.0
"Arrivai soffocando in quel piacere pensando a tutta la sofferenza e la depravazione che avevo sopportato..."
Quando arrivò il mattino mi svegliai uscendo dal mio sfinimento.
Uscii dal cassonetto dolorante ed affamata.
Pensai di prostituirmi per raccattare un p oco di soldi per poter comprare del cibo ma mi resi conto che ero troppo lurida e sporca per attrarre quinque.
Ritornai al cassonnetto dove trovai degli avanzi di cibo che inguirgitai avidamente saziandomi.
Seminuda sorca come una stracciona tornai barcollando a casa.
Subii delle parole di scherno da chi mi incrociava ma mi piaceva essere in quelle condizioni e di essere umiliata per la mia condizione..
Mi piaceva, mi piaceva moltissimmo; il mio fine era di diventare una spazzatura umana pubblica di cui chiunque avrebbe potuto approffittarsi ed umiliare in qualsiasi modo.
Arrivai a casa sfinita; li mi accolse la mia coinquililna che chiese i soldi.
Eravamo d'accodo che io mi sarei prostituita regolarmente per portarle il mio guadagno.
Era un accordo che feci perchè mi faceva sentire umiliata, moralmente distrutta.
Purtroppo dissi alla mia coinquilina che non avevo soldi da darle e lei si infuriò come una bestia.
E cominciò a picchiarmi ferocemente con il manico di una scopa, me lo meritavo avevo tradito gli accordi e dovevo esere punita; aveva ragione avevo mancato al mio compito di mantenerla.
Mentre mi picchiava la assiccurai che la prossima sera sarei uscita a prostituirmi per darle ciò che le dovevo.
Lei accetto la mia promessa ma continuò a picchiarmi per convincermi a rispettare la mia promessa.
Finalmente lei si placò smise di picchiarmi ma io ero distrutta, mi trascinai verso la mia stanza dove raggiunsi il materasso lercio che costituiva il mio giaciglio, mi buttai su quello e finalmente raggiunta una certa comodità in mezzo alla puzza di quel
lurido giaiglio scoprii di essere eccitata.
Agguantai il mio cazzo duro e mi masturbai disperatamente.
Arrivai soffocando in quel piacere pensando a tutta la sofferenza e la depravazione che avevo sopportato.
Esausta mi adagiai nella puzza del materasso lercio e mi addormentai, con il pensiero che tra qualche ora avrei dovuto andare a prostituirmi per trovare i soldi per la mia conquilina e per poter comprare qualcosa da mangiare per me.
Venni svegliata da un flusso di tiepida urina.
Era la mia coinquilina che mi stava dando il buongiorno.
Mi stava pisciando addosso e dopo avermi ricoperta della sua urina mi infilò un piede in bocca dicendo brutalmente che aveva bisogno di una certa quantità di soldi per comprare i libri.
Sì perchè lei era una studentessa universitaria.
Mi ero sottomessa a lei; mi ero sottomessa a lei volontariamente.
Certo lei era profondamente sadica e crudele, ma proprio per questo mi piaceva e l'avevo accolta nella mia casa, perche avevo capito di poter aver con lei un rapporto particolare di degradazione.
Io pagavo l'affitto, le davo dei soldi per le sue esigenze, la mantenevo.
Per farlo mi prostituivo ricevendo in cambio da lei sofferenza ed umiliazioni.
Ero in ritardo con i pagamenti verso la mia coinquilina e la mia anima masochista e sottomessa si sentiva in colpa.
La assiccurai che il pomeriggio stesso sarei andata a fare pompini a pagamento per raccogliere il denaro che le neccessitava.
Lei da vera sadica mi spense una sigaretta su un capezzolo dicendomi di darmi da fare perchè aveva bisogno al più presto di soldi per i libri.
Mi sputò in faccia e se ne andò, io comprendendo il mio dovere di puttana volontaria cominciai a prepararmi per andare a guadagnare quanto necessario alla mia coinquilina.
Cominciai con il lavarmi visto che ero ridotta ad una fogna vivente.
Mi curai i capezzoli che però per le varie bruciature che avevano subito erano veramte messi male.
Li coprii con nastro adesivo nero sperando che avrebbe attirato i clienti.
La maglietta della sera prima era un tale straccio lercio da essere inutillizzabile.
Mi misi addosso una camicetta ed una cravattina nera da studentessa e poi nientre altro, mi augaravo di essere eccitante ed attraente.
Uscendo passai davanti alla mia coinquilina che si espresse in un "Wow" dicendo che se fosse stata un maschio mi avrebbe trombata a bestia, mi ingorgliosì per quel commento.
Per dimostrare la mia oscenità e sottommisione mi inchinai, alzando il lembo della camicietta e mostrandole il culo.
Lei raccolse la mia provocazione si alzò dal suo tavolo e mi venne incontro e mi chiese di aprire la bocca cosa che io feci immediatamente per ricevere in bocca un suo caldo sputo; fù deliziosa a concedermi una tale gentilezza.
Con quel saluto depravato mi avviai seminuda verso il mio pomeriggio di prostituzione.
Camminavo scalza verso il solito cinema dove avrei trovato molti clienti e forse lo sconosciuto sadico che mi aveva fatta innamorare di lui.
La mia mente pensava costantemente a quel cazzo sadico che aveva saputo farmi soffrire così deliziosamente.
Pagai il biglietto al cinema sotto gli sguardi consezienti dei padroni che sapevano benissimo cosa ero venuta a fare ma che erano contenti della mia presenza che aumentava i loro guadagni.
Nel buio della sala mi adagiai su una poltrona e poi cominciai ad attendere la visite che arrivarono in breve.
Uno dopo l'altro arrivarono i vari depravati che chiedevano una sega, un pompino, una inculata.
Io eseguivo raccogliendo i soldi nella borsettina che mi ero portata con me.
Arrivai a raccogliere abbastanza per soddisfare la mia coinquilina.
Uscii dal cinema con la borsetta piena di soldi e con una grande eccitazione.
Ero travagliata, combattuta, avrei potuto andare usare quei soldi per pagare qualche sadico o sadica a pagamento che mi avrebbe torturata oppure per portarli a casa dalla mia coinquilina.
Se li avessi spesi per il mio godimento sottomesso e fossi ritornata a casa a mani vuote cosa avrei potuto dire alla mia coinquilina che aspettava i suoi soldi?
A malinquore decisi di ritornare a casa e di lasciare il denaro alla mia coinquilina però pretesi che lei mi frustasse duramente.
Lei contenta dei soldi che aveva avuto non esitò a soddisfare il mio desiderio e mi massacro di frustate.
Io soffrendo e godendo come una bestia mi masturbai furiosamente sborrando oscenamente mentre urlavo per il dolore.
Vedendo il mio godimento la coinquilina, convinta di avermi soddisfatta abbandonò la frusta.
Io ero contenta di essere venuta, e di aver soddisffatto le esigenze economiche della mia coinquilina.
Ma lei assistendo alla mia miserabile masturbazione mi disse che aveva visto in un negozio un bel vestito, mi disse il prezzo e che lo voleva.
Mi disse che voleva al più presto i soldi per comprarlo e che avrei dovuto darmi da fare per procurargli il denaro.
Sentendo quelle parole mi imegnai a procurarle il denaro per quel suo magnifico vestito.
Poi sfinita mi buttai sul mio lercio materasso toccandomi il cazzo.
E con il cazzo in mano mi addormentai sfinita.








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